Fascismo e donne ribelli

Manicomio di Sant'Antonio Abate a Teramo, aperto dal 1881 al 1998. Qui vennero internate e ritenute pazze, le donne che si ribellavano di seguire le idee fasciste. Le prime donne che finivano tra le mura dei manicomi erano quelle considerate"madri snaturate", cioè quelle che per loro natura o per causa di trauma o depressione, non erano state in grado di assolvere ai compiti materni; spesso erano i familiari stessi ad agitarsi e a richiedere l'allontanamento, spinti dall'indottrinamento del regime. Spesso le donne erano semplicemente delle massaie rurali, che dopo aver avuto 12, 13 o addirittura 14 figli non riuscivano più a badare alla casa ed erano vittime di esaurimenti nervosi. A volte erano donne a cui l'esperienza traumatica di un bombardamento notturno aveva tolto il sonno, e che la famiglia allontanava come fossero pazze invece di dare loro supporto e consolazione. Queste donne trascorrevano interi anni rinchiuse in queste strutture circondate da sporcizia e degrado, tentando invano di implorare le famiglie di riprenderle con sé: le loro accorate lettere infatti troppo spesso non arrivavano a destinazione e le troviamo ancora oggi miseramente allegate alle loro cartelle cliniche.